oltre il genere.


 

Fotografia metafora della vita. " A modo mio". Lo scriviamo in tanti fotografi, forse lo fanno anche gli scrittori. " A modo mio", "By me", "Per me". 

Abbiamo un ego, spesso smisurato che ti porta a far vedere la parte di mondo interessante. Il resto, per ognuno di noi, non conta. 

La chiusura nel genere fotografico corrisponde alla chiusura su argomenti della vita. Ti ci puoi confrontare, se ti riguarda, oppure trascurare, se non ti appartiene. Ma questa è solo la prima delle scelte che ti si pongono. Se non ti appartiene, affermalo. Dichiaralo.

Ma il problema è quando la scelta ti riguarda. Allora ti tocca soffermarti, riflettere, ed affrontare. 

Questa foto, Stefano, è street? E' un ritratto? E' un ambientato? secondo me è tutte ste cose qua. E in primis è una foto. 

mezzo posato mezzo no. Stefano sapeva di essere fotografato, gli altri no. In tutto cio', la consapevolezza è fondamentale. Prioritaria. Ho fatto una foto a Stefano, in strada, per fare Street. Sembra un gioco di filosofia, forse inutile. 

Ma non lo è, inutile. O posso citare il titolo di un libro noto spero non a pochi, " l'utilità dell'inutile". Usciamo dai giochetti. Ho voglia di fare street, ma non posso che chiedermi come sia la street a modo mio. E non posso uscire dal ritratto, perchè ho deciso che mi ci dedico. Quindi? Ritratto e street assieme? perchè no, cosa me lo impedirebbe se non la volontà di genere?

L'importante è conoscerne le regole, confrontarsi educatamente con chi le maneggia bene. 

Anni fa pensavo non si potesse indossare un blazer blu sopra una maglietta nera. Poi ho scoperto molti brand che lo propongono di continuo, ergo..si puo' fare. Gocando sulle nuances, sui contrasti, sul resto che indossi. 

Anni fa pensavo non si potesse suonare la chitarra senza il Mi cantino che si era rotto. Poi ho scoperto che Keith Richards suonava senza corda da una vita. ( ..e ho scoperto pure che il Mi cantino era l'ultimo dei miei problemi e che come chitarrista facevo cagare).

Anni fa pensavo che non si potesse fare un mestiere senza gli studi precisi che ad imbuto ti ci portassero. E siamo arrivati ad un'epoca in cui il lavoro non lo cerchi ma lo crei. 

Anni fa pensavo che fare street fosse girare a caso in posti interessanti, facendo foto a caso che qualcosa porti a casa di sicuro. 

Poi ho scoperto che il blu ed il nero assieme si puo' fare ma continua a non piacermi, che amo il rock ma che lo faccia chi ha talento per farlo, che si puo' fare qualunque cosa per riempire il frigo ma l'importante è che tu ci sia tagliato e ci stia bene. E che una foto, qualunque foto, deve essere una fotografia. A caso puoi anche portare a casa qualcosa, ma il caso, o il culo, passano di rado. 

Se sai farlo, e vale per la vita, puoi rifarlo. E allora rifallo per dimostrare che sai farlo.

E soprattutto, non aspettare lo facciano altri per giustificare che non lo hai fatto pure tu. Cosi non vale, e lo sai.

 Stefano, la scagnolata. 2021 


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Commenti

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  2. Roberta sei una vera esperta di Street con il tuo gruppo da 200000 utenti. Vedo tutte le sfumature che hai descritto, vedo anche la fossilizzazione di qualche fotografo, vedo il caso e vedo l’audacia. A mio avviso abbiamo l’onere di portare la nostra soggettiva, il nostro obiettivo, umano e meccanico. Ognuno a modo suo ma sempre consapevolmente. Sei un’autorita’ e ti ringrazio del prezioso contributo

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