sospensioni

Accadono fatti che vuoi certificare, siglare e ricordare. ma sempre di fotografia si tratta. sennò è un selfie, che è tutt'altra cosa e ben più inutile. dico inutile con un tono di giudizio, perchè (purtroppo) per fortuna quando fotografi sai benissimo cosa stai facendo o dovresti saperlo. con un selfie ti celebri e fai vedere al mondo ciò che vuoi, in qualche maniera bluffi. cerchi consenso e compiacimento. quando fotografi fai in modo di fare vedere la tua visione delle cose. quindi non cerchi compiacimento, diciamo che almeno credi che a qualcuno interessi. ma con l'ego che ogni fotografo dovrebbe avere, esponi il TUO punto di vista come se fosse l'ultimo. altrimenti chi te lo fa fare di arrabattarti con un aggeggio in mano pure non semplice da gestire se basterebbe sorridere per più o meno tanti like? e nemmeno comunichi la tua felicità o infelicità, cosa normale e naturale nei social, con commenti sotto mediamente di gente che pensa di conoscerti perchè " ti segue". credo che a malapena conosciamo noi stessi, Conoscere con la C gli altri è discretamente presuntuoso. lo pensi perche ti mette al sicuro. dal rischio di guardarti dentro. chi fotografa comunica il proprio punto di vista, usando un linguaggio più o meno definito o in via di definizione, quindi non è giusto o sbagliato. ma è quella roba la. giusto o sbagliato sono aggettivi autoprotettivi e autogiustificativi. sono morali. noi ci confrontiamo invece con l'etica. si puo' discutere sulla foto, puo' far schifo l'uso delle ombre o dell'esposizione, ma la discussione su un punto di vista prevede una certa riflessione. e di cio' mi occupo e cio' mi interessa. la foto. Un giorno pessimo, per me il peggiore dell'ultimo decennio. con dietro, che corre al mio "comando", la parte migliore dell'ultimo decennio. Una casa che non c'è più, una ciotola a ricordare chi non c'è più ma quel giorno c'era, un grandangolo da 28 di una compatta che mi ha esortato ad usare una persona a cui quella foto è dedicata. il bello della fotografia. la propria visione e la responsabilità di mostrarla. in quella foto ci siamo tutti. la mia visione di un giorno pessimo. E.R. 16 febbraio 2021.

Commenti

  1. Risposte
    1. un giorno di certo particolare, triste e doloroso ma anche una linea di demarcazione tra il prima e il dopo. per me dopo rappresenta il tomo 2 di una vita. la responsabilità di continuare a spendersi, per lasciare una traccia di continuità. ci sono eventi che creano la necessità che chi resta continui sulle orme di chi se ne va, ma deve farlo a modo suo. la consapevolezza è fondamentale, il modo è soggettivo, ma l'intento e l'etica devono essere fondamenti di una strada. la propria, e della propria storia.

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  2. Siamo la "nostra"storia.Ma,tutto ciò che è "nostro"è intessuto di fili sottilissimi che hanno intersecato le nostre esistenze.Molte volte la questi fili sono invisibili agli altri e per questo "più nostri" nel senso più profondo ed intimo del termine:appartengono al nostro "io interiore"conosciuto solo da noi...

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