Cosa ci metti e cosa lasci fuori, lo scegli.

Alcuni momenti della vita corrispondono perfettamente ad un momento fotografico. Un fatidico momento in cui la fotografia la fai o non l'avrai mai. E per decisione assunta e riflettuta molto tempo fa, la fotografia la faccio. E poi, in caso, la lascio li e non la userò mai. E se "sempre" e "mai" non esistono, allora intanto la lascio li in pace. 

In vita decidi, in momenti cruciali, cinematograficamente. Un piano sequenza di qualche secondo nel quale prendi una decisione fondamentale. Puoi sbagliare, ma la scelta più tragica consisterebbe nel non scegliere.

Un piano sequenza di avvicinamento a te stesso, passi dall'alibi alla sincerità, consideri le conseguenze, provi a trovare una via d'uscita. Poi ti arrendi, e lo possono fare solo i puri. Ti arrendi all'evidenza, non di chi hai di fronte, ma l'evidenza che ti spacca dentro. 

Il piano sequenza esce di conseguenza. Il dopo sai che non sarà come il prima. 

Secondo me non puoi che fotografare per come vivi. Per come la vedi. Discutibile, sempre, la tecnica. Il punto di vista, invece, quello sono cazzi amici miei. Perchè il punto di vista infastidisce, rompe le palle, costringe alla riflessione. "Che brutta foto" è facile dirlo, e spesso puo' essere anche vero. Ma a "che brutto punto di vista" vi voglio, perchè dovete portare il vostro. 

E già che ci siete, portate pure qualche foto vostra. Ah.. non ne fate.. attori e spettatori. Dito puntato, e se siete in molti, avete di certo ragione. Anzi, la ragione ve la date. 

Questa fotografia la modella me l'avrebbe fatta cestinare. Ovvio, pelle olivastra, sguardo intimorito, proporzioni sforzate. Ma Paola quel giorno era così, e i colori erano quelli. La sua paura quella, l'inizio di altra vita proprio tutta li.

E la foto non me l'ha fatta buttare. Ci vuole coraggio a guardarsi dentro, ci vuole coraggio a riconoscersi. Forse ci vuole anche coraggio a fotografare. 

Penso ci voglia coraggio. a scegliere. a decidere cosa entra nella tua vita e cosa resta fuori. e lo decidi solo tu. 

con buona pace ai suonatori, a cui daremo sempre la buona notte al momento giusto.

P.s. il post è un po' incazzato, è vero,  ma ho fatto pace col fatto che un po' incazzato lo sono di mio. 

sempre col sorriso.


Paola, 8 marzo 2021 ( e a volte la data è importante)  

Ricoh, 28mm. Un ritratto col 28 non si fa.


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Commenti

  1. Ci vuole coraggio a fotografare come vivi, ci vuole coraggio a fotografare così... Soprattutto chi ami. In certi momenti. Ti assumi la responsabilità di fare vedere quello che chi ami non vede. La paura. La fuga da sé. Gli sbagli. Una vita che fino a quel momento non funzionava mai in niente solo perché.. se non funziona niente si sta sbagliando tutto, sì è sbagliato tutto. Evidentemente, drammaticamente il metodo usato fino a quel momento, non funziona. E lo scatto inesorabilmente lo mostra.
    "Ecco tu sei così" pronto a beccarti tutto pur di salvare qualcuno che è a terra da una vita e ti dice che non è vero. Che magari scapperà ancora una volta perché alla fuga da sé ci è abituato. O si incazzerà magari... Vai a sapere
    Ci vuole coraggio a fotografare questo. E di più. Ci vuole coraggio a dare un'opportunità. Una vera. E così esce la foto. E tutto il resto. E la modella che la foto la tiene perché è l'inizio della vita, e il coraggio ce l'ha pure lei alla fine. E ce l'hanno in due adesso.
    Questo si chiama AMORE. Sottotitolo.

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