Autoritratto ed eredità

 


L'autoritratto ha una peculiarità su tutte secondo me. Il fatto che non ti vedi quando scatti come in un selfie. Nel selfie decidi cosa far vedere, ti proponi e non ti esponi. Nel ritratto ti immagini, e a volte la fotocamera ti restituisce un qualcosa che non è detto ti piaccia nemmeno. Ma di certo, quello sei tu. Tu in un frammento, in un momento, certo, ma sei tu. 

Metafora della vita, come sempre. Ti proponi nella vita, proponi la parte migliore di te. Altra palla, mediamente proponi la parte di te che ipotizzi piacerà alla maggior parte delle persone che incrocerai. Non che incontrerai, ma che incrocerai. 

Succedono cose già viste. Ti concentri talmente sulla tua espressione che nemmeno ti accorgi cosa c'è dietro a te. Il fantomatico rotolo di carta igienica. 

Inoltre l'autoritratto espone la parte di te che nemmeno sai di avere dalla nascita. La tua eredità. Tutti ne abbiamo una, bella, brutta, visibile o nascosta, leggera o pesante, memorabile o da scordare. Ma proveniamo da un qualcosa che c'è stato. Possiamo essere nati in paradiso o all'inferno, e volenti o nolenti ce lo porteremo dietro per sempre. I più pavidi useranno tutte le loro energie per nasconderlo e nasconderselo, i più temerari per farci pace. Con l'eredità, lo "zaino" con cui siamo nati. 

Se prendi confidenza con l'autoritratto lo vedrai pure, e inizierai a sentire confortevoli parti di te che prima non vedevi, o negavi. Poi, successivamente, potresti addirittura "lasciarle" uscire per fotografarle. Ma qua ci vuole tempo, il giusto tempo. Sempre che il tempo non lo usi come scusa. I "sono fatta/o così", "ognuno ha bisogno del suo tempo" e "mettiti nei miei panni" hanno rotto le palle. Nessuno si può mettere nei panni dell'altro se non per dimostrare che sono simili a quelli che indossa o meglio ancora per farli sembrare più puliti. "mi metto nei tuoi panni" significa non guardare i propri. Se mi metto nei tuoi panni ci può essere conforto, compassione, compiacimento, ma non di certo una relazione. Un confronto. 

Il senso di colpa confuso con il senso di responsabilità, "lo faccio per gli altri". Come il vaccino AntiCovid, quanti hanno detto "lo faccio per me che non ho voglia di crepare?". Tutti a farlo "per gli altri", al servizio dell'umanità. Incidiamo a malapena sulle nostre vite, e guardiamo all'umanità. Che ognuno faccia la sua parte, la garantisca, poi arriva tutto il resto.

Il senso di colpa nascosto dal "deludere le aspettative". E di chi? Sono convinto che se qualcuno accampa aspettative su di te sia un problema principalmente suo. La differenza è sostanziale. Il senso di colpa è passivo, il senso di responsabilità è energia attiva. 

Autoritratto dicevo. Ti prendi la responsabilità, e te ne freghi. 

Ecco, un pò a volte, fregatene.  

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Commenti

  1. L'autoritratto vale solo per te o anche per chi "incontra" il tuo sguardo ,lo legge in profondità e non per un attimo come "a caso" in incrocio frettoloso?

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    1. Vale sempre, a patto che si crei una relazione. Vale perché eviti di “rubare”, ti fai vedere, se quella persona o quel oggetto in qualche modo ti appartengono. Una espressione può essere tua, e pure dell’altro. In quel momento è “nostra”. E il momento vive di una dimensione che è il tempo ma si espande dentro noi in un modo che capiremo solo a distanza. Di tempo, appunto

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    2. "Legacy", eredità, corrispondenza

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