Siamo chi siamo.2


 

Il nemico numero uno del chi siamo sono le aspettative che di norma ti mettono addosso. Dovresti cercare di essere come ci si aspetta tu sia. E può succedere per vari motivi.

 Il primo_solidarietà. Se non deludi le aspettative e chi ti sta di fronte non delude le tue, le aspettative finiscono di esistere. In matematica due "meno" fanno un "più", nella vita pure. Apparentemente, perchè la vita con la matematica ci fa solo i conti. Ma le sfumature non vengono considerate.

Quindi ciò che ti ha entusiasmato comincia a diventare faticoso, e a pochi piace fare fatica. Ma in verità spesso è faticoso solo perchè non hai calcolato il tuo grado di allenamento. O hai bruciato troppe energie. O solamente perchè sei pigro. 

Insomma non credo sia molto difficile. Ti trovi in un luogo, e puoi trovare delle persone in quel luogo. 

Alcune ci saranno per caso, altre portate da altri, pochi saranno li solo per scelta. Alcuni saranno in quel luogo per dare, molti per prendere e basta. 

Chi le aspettative le porta, porta pure i suoi diritti. 

Il secondo_Ne hanno il diritto. La vita o chicchessia gli deve qualcosa. E chi glielo spiega che non funziona proprio cosi? 

La cosa a mio avviso tragicomica è che nemmeno se ne rendono conto della cosa, e usano le energie che hanno a credere e provare a farti credere che davvero è un loro diritto sacrosanto. Tutti hanno un passato tragico, oppure sereno, ma comunque delle spiegazioni adeguate a rappresentare il loro moto, che per sola tua miopia (supposta, in verità ci vedi benissimo), interpreti come stasi assoluta. La differenza sta nella sostanza. Si sentono in diritto di rappresentare il loro essere in vita, mentre tu vai avanti facendo spallucce. Ma "spallucce" costa, lo sai benissimo, ti costa fatica. Ma in qualche modo devi pur far scivolare via l'accqua che non chiedi ma ti spruzzano addosso. Non è la pioggia, quella ti piace pure.

Il terzo_la fortuna e il suo contrario. Non c'è molto da dire. Se va bene sei fortunato, se va male sei sfortunato. A me, se va male, ho sbagliato. facile no?

Chi siamo dipende dalla posizione in cui ci mettiamo nella strada. La nostra. Ineggiamo a false teorie chiamate tradizioni, teorie derivate, anzi, copiate da altri falsi miti tradotti in una sorta di immobile situazione sempre meno credibile. E se provi ad uscirne, ci sono dei meccanismi delicati e strumentali, in merito i sensi di colpa, che permettono ai partecipanti il falso mito di non mettere in discussione il meccanismo. Perchè se un ingranaggio della macchina va per conto suo, la macchina non gira. E il sistema funziona attraverso la convinzione che la "ragione", contrapposta al "torto", sia derivata esclusivamente da fattori anagrafici. Non entro nel merito di un ragionamento politico, ma esclusivamente etico. Mi interessa cosa portiamo nella vita, non cosa "abbiamo portato". Mi appartiene "cosa facciamo", non "cosa abbiamo fatto". Importa la vita, non aver vissuto ( quest'ultima rubata _cit. W. Emerson).

Poi di certo è vero che la biografia di ognuno ha un peso specifico. Ma per quanto mi riguarda, le sconfitte e le reazioni alle sconfitte sono di certo più interessanti delle vittorie. Perlopiù narrate nelle auto-biografie. 

Raccontatemi il lato buio, lasciatelo vedere.

Senza voler vedere che ognuno di noi è una macchina che funziona da sola. E già farla funzionare è un casino, figurarsi cosa succede se la macchina è un sistema fondato sul funzionamento di un sistema più complesso, ma nemmeno compreso. Nel senso, più largo, che certi sistemi giustificano la propria esistenza sulla loro propria esistenza. Senza una domanda, senza un dubbio. Senza vederne nemmeno i difetti, il che garantirebbe di certo un'evoluzione. 

Come nella fotografia. Uguale. Ma quella è pure un linguaggio, quindi la complessità aumenta. 

Garantire il proprio punto di vista. Che assomiglia di certo ad altri, ma in alcuni aspetti, nella sua declinazione, è proprio tuo. Una piccola rottura degli schemi. Il pranzo di famiglia che si fa al venerdì, il Natale a casa tua per scelta e non per disgrazia quando i vecchi se ne vanno a riposare, una mezza giornata per te mentre il mondo se ne frega e continua la sua corsa, i tuoi colori come un jolly roger senza badare a "cosa va", un sanvalentino che non diventi l'ennesima riprova da mostrare agli altri. I carati che non misurano potenziale d'amore e potenziale economico, senza sapere che il carato è solamente un ordine di grandezza di una pesatura basato sul falso mito della costanza di peso e grandezza dei  semi di carruba che venivano usati come contrappeso.Un quinto di grammo. L'amore basato a misure di quinto di grammo. Dai, siamo seri. Messa così suona proprio come una cazzata. Poi è più complessa, lo so. O solo la facciamo più complicata. 

Il tuo punto di vista diventa determinante tanto più diventa il suono dei tuoi passi. 

Vuoi sapere chi sei? Aspetta di non stare molto bene, di sentire quel poco di nervosismo e di irrequietezza. Pensa alle persone, e saranno poche, che non si sono messe al tuo servizio. 

Fatti un autoritratto. Chiedi loro cosa vedono in te, al di là del bene che ti vogliono. 

Guarda le foto, e non ti piacerai. Annota i loro appunti, e soprattutto i loro disappunti. E non ti piacerai.

Non iniziare con "ma io non sono così". Tu sei proprio cosi, e potresti pure piacerti. 

Siamo solo chi siamo.


Iphone, credo 26mm. e dolcevita nero. In foto, Ricoh GrIII, e Lorenzo.

 

I contenuti presenti sul blog “Lorenzo Cerbone Fotografo” sono di proprietà di Lorenzo Cerbone.
È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.
È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.
Copyright ©lorenzocerbone 2021 – 2022. Tutti i diritti riservati.





Commenti

  1. "tutti gli uomini sono infelici ma ognuno lo è a modo suo"

    RispondiElimina
  2. Sai non credo si viva infelici. Ma in qualche modo possa diventare una spinta. Credo che la felicità sia una tensione, una sorta di utopia sfiorata più volte. Ci sono di certo delle felicità, alcune molto potenti. Penso alla nascita di un figlio, l’innamoramento. Ognuno ha le sue felicità. Le mie nascono dalle tensioni, mai dalla serenità.

    RispondiElimina
  3. Le "tensioni"prevedono sempre fattori esterni che ti "smuovano".Scomparsi questi fattori sei sempre alla ricerca di altro.....Essere felici è effimero.dura il tempo di un anemone,di una mimosa...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari