Bearing generation

 


Non so definirci meglio. Scritta così su Google ne escono 10 pagine di fabbriche che producono cuscinetti, flange e altri elementi di certo indispensabili ma discretamente, a me, noiosi. 

Generazione Cuscinetto, mi prendo l'orgoglio della definizione. Siamo qui a fare da passaggio tra un mondo considerato vecchio, e un mondo che non sappiamo dove va, e forse non lo sa nemmeno lui. 

Ripetiamo gesti e azioni, già viste, per tradizione e sicurezza personale, non comprendendo che ciò che stiamo compiendo servirà solamente a resistere a una situazione invece in divenire. E non è un bene cedere, nè lo è resistere. Oggi ci si è inventati la resilienza, la speranza che le azioni di resistenza portino a una reazione di espansione. Una cosa del genere, ma mi accerto su Wikipedia. 

Anzi, romanticamente meglio la Treccani.

"In psicologia, la capacità di reagire a traumi e difficoltà, recuperando l’equilibrio psicologico attraverso la mobilitazione delle risorse interiori e la riorganizzazione in chiave positiva della struttura della personalità. L’estensione dell’accezione del termine dal campo delle scienze fisiche e ingegneristiche è stata operata dal neuropsichiatra francese B. Cyrulnik sviluppando la teoria dell’attaccamento elaborata da J. Bowlby, secondo il quale una positiva relazione madre-figlio aiuterebbe il bambino a sviluppare risorse interiori, quali la  sicurezza e la fiducia in sé stesso, in grado di proteggerlo da separazioni ed eventi traumatici. La teoria della plasticità psichica cui il termine fa riferimento è stata compiutamente esposta da Cyrulnik nel saggio Un merveilleux malheur (1999; trad. it. 2000)."

Sembra positivo. Su "resilienza" ci sono pagine intere, motivazionali, analitiche, piene di "WOW". Io continuo invece a vedere molta resistenza, rispetto al passato negativo o positivo che sia per ognuno, e poca voglia di cambiare. O meglio, si cambia dove conviene ed apparentemente non si fa fatica. Tutti su Instagram, senza fatica. I più ardimentosi con profili personali, i più codardi con profili fake. Tutti più o meno per farsi i cazzi altrui. Pochi, più o meno, per comunicare qualcosa. Per lo più, i cazzi propri. Una minoranza, qualche elemento interessante.

Fotograficamente è uguale. Chi si impegna si confonde con chi fa foto a cazzo. E non parlo di risultato, parlo di intento. Certo che serve il risultato, ma mezzo e fine dovrebbero essere due facce della stessa medaglia. Chiaro che se sei figa un tuo selfie si "vende" bene, ma cosa mi stai dicendo? Che sei figa lo vedo, perchè allora non fare un passetto in più e la tua figaggine la "usi" per dirmi anche qualcosa? Tipo che magari sei pure disoccupata, perchè la pandemia ha fatto tagliare 50 posti di lavoro e tra i 50 c'eri tu. Oppure che invece sei fortunata e non eri tra i 50. Insomma, raccontami(ci) di te. Poi, dopo la storia, vedo pure che sei figa. E se non lo sei, in chiave oggettiva e iconografica, chi se ne frega. Lo sei per la tua storia. Perchè in fondo, che sei figa a nessuno frega un cazzo se non per il tempo di mettere un like. 

Prova a imparare chi sei veramente. Oltre il viso, la barba o le tette. Impara chi sei, fallo diventare cosa fai. Fai pace. Lasciati pure in pace. 

Fai andare il cambiamento, che a resistere fai fatica per nulla. Rifiuta piuttosto ciò che per te è inaccettabile, fai scivolare ciò che è irrilevante, e soprattutto non farne questione "di principio". Scrivi tu i tuoi princìpi, basati suoi tuoi di ragionamenti e meno sulle dottrine del passato. Certo che devi conoscerle, e molto bene pure, per poi poterle manomettere e farci la tua etica.

E lasciati pure sbagliare cazzo, perchè credimi, è meglio sbagliare a modo tuo che pensare di fare la cosa giusta a modo altrui. 

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Commenti

  1. Problema fondamentale di ogni generazione,di tutte le generazioni di ogni epoca è avere idee "diverse"rispetto ai PADRI e a chi ci ha preceduti.
    Avere idee diverse è "muovere i fatti","scrivere la storia".
    Il problema grande è "fare" il cambiamento,viverlo con coerenza,coraggio, responsabilità.Essere non apparire...

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