Simo.(Punto)

Simona lo chiama così. Non dice sono una malata oncologica. Lo chiama cancro. Come se nulla fosse, e lo fa nello stesso modo quando te lo racconta e quando si trucca davanti allo specchio. Non ti fa pesare nulla, spesso si gira, ti guarda e ti sorride. Altre volte ne parla e alza il dito medio, sempre con il sorriso alla fine. Poi pure ride, quasi sguaiata. Quasi, bada bene. Perché Simona sguaiata non lo è mai, nemmeno quando prova ad esserlo per prendersi in giro. Ed è pure molto sexy, in special modo quando non sa di esserlo. Non in lingerie, sui set più o meno patinati. Più o meno con quell’intento. Per me lo è quando ti guarda fisso nell’obiettivo e si lascia attraversare da mille pensieri che prendono forma tutti in una volta sul suo viso.

Simona racconta la storia di milioni di donne e si chiama con milioni di nomi. Io provo a fare la mia parte.
La mia parte non da fotografo. Ma da uomo. E mi auguro di chiamarmi con milioni di nomi. Simona ed io ci siamo esposti. E quando ti esponi puo’ succedere di tutto. Di certo ti vedi.
 
Credo ci sia un modo per fare la tua parte. E quel modo ce l'hai dentro. E credo pure non ci siano scuse per non farla. 
E qua non parlo di fotografia, ma di sentimento. Che abbraccia quel preciso argomento solo se prima ha abbracciato tutto il resto.
Sono certo che le parole possano volare e far volare, ma le azioni, solo le azioni, possono far succedere le cose. Le idee sono importanti, l'ingegnerizzazione delle idee fa la differenza tra le cazzate e le cose serie. 
"Se solo avessi potuto avrei fatto..". In verità puoi sempre, scegliere dico, puoi sempre. Dovresti però prenderti la responsabilità di scegliere. Che può significare anche non sentirsela, e fare un passo indietro. Ma prima di dare la colpa ad uno scalino per essere inciampato, credo tu debba renderti conto che uno scalino non ha colpa alcuna se non quella di essere ciò che è. Uno scalino. Se ci inciampi, o decidi di tornare indietro, o peggio ancora restare fermo, quella è una svista, una decisione, o un tuo timore.  
 
Quando abbiamo iniziato a parlare di fotografia, e di farlo assieme, non avevamo idea di cosa sarebbe successo. Lei abbraccia altra fotografia, molto più glam e pop soprattutto in questo periodo. Bella fotografia di certo. Io le ho detto " a me basta un maglione, e basti tu". Forse ci siamo capiti subito, conosciuti un po' alla volta.  
In tutte le foto che mi mostrava mi raccontava la sua storia, e il motivo Suo di quelle foto. Ma io non vedevo la sua storia. Forse nemmeno lei, in parte. E ora sta cosa tra noi sta prendendo una forma secca, asciutta, che va dentro la sua storia attraverso il suo viso e altri pochi dettagli.
 
Lo so Simo che non ti piaci in qualche foto. Poco patinata, qualche piccolo segno di troppo.
Lasciatelo dire. Stavolta ti sbagli. Sei meravigliosa.

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Commenti

  1. Essere meravigliosi perché veri,cosa rara!
    La tua fotografia attraversa i mille pensieri di Simo raccontati solo col suo
    e dell'empatia!.... sguardo!Potenza dei sentimenti e

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    1. La verità in qualche modo viene filtrata. Il filtro è chi fotografa. La stessa persona può avere tante foto, e rappresentare un escamotage o fare parte di una storia. Ma chi la fotografa, in qualche modo, pilota il racconto. Non c’è nulla di poetico o artistico, è solo ciò che capti di un racconto. Di un momento. Lo dico spesso, se guardi come e cosa uno fotografa cogli ciò che lo riguarda. E forse più del cosa conta il come.

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    2. La fotografia racconta di chi fotografa. E qualche volta racconta di chi fotografi. Ma più del cosa conta il come. Guarda le fotografie e un’idea te la fai del fotografo. Guarda altre foto di chi viene fotografato e ti fai un’idea di come ama essere visto. Sembra difficile ma non lo è.

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  2. Ci sono storie che vanno fotografate. Raccontate in un 1/¹²⁵
    Il tempo dello scatto.
    Storie che restano legate a una immagine che non è solo una fotografia.
    Ma c'è anche dentro la tua storia nella sua di dolore.
    Ci avevi mai pensato?
    Si perché scattare insieme è come sciogliere e riannodare dei nodi.
    È tendersi e scoprirsi.
    Lei...tu.
    Una storia raccontata per fermo immagine. Che poi ferma non è ...perché muta a ogni scatto.
    Quel racconto che si fa profondo.
    Che non ammette alibi. Sincero.
    Duro. E leggero come è Simo.
    E tu che fai . Cerchi l' essenziale.
    La spogli dagli orpelli. La vuoi come lei maisi è mostrata.
    "Cosa vuoi che indosso per le foto " ti chiede lei senza troppa esitazione.." una camicia di jeans basta"
    Si basta. Per raccontare una storia
    La tua dentro la sua.
    Io seduta sul divano le mani sulle ginocchia lo sguardo in camera.
    Tu scatti.
    Basta poco per raccontare una storia . La "nostra"
    Simo



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