Quando hai fatto la foto?

 

C'è una storia dietro ad ogni foto. Quando scatti e fermi un'immagine, dietro ci sono delle vite. Che per le scelte fatte, quelle non fatte, i casi della vita, le deviazioni ed i colpi di culo, sono arrivati in un certo momento, si sono mostrati, li hai visti ed intercettati, e fatto il click. Un gesto semplice, con una complessità tecnica ok, con sensibilità artistica va pur bene, ma semplice nel gesto. La complessità sta negli anni addietro che quella foto l'hanno permessa. Te l'hanno regalata. Te l'hanno chiesta.

Ogni situazione della vita è il risultato di strade, incroci, svolte repentine, fuoristrada voluti o accidentali, gite fuoriporta o soliti giri in città. Ma tutte, più o meno, sono scelte. Razionali ed inconsapevoli, sentimentali ed egoistiche, pesanti e leggere. E soprattutto le reazioni ai fatti, le conseguenze. 

E allora ti arriva la foto. In cui puoi essere testimone, e se conosci un po' di quella vita lo sei a ragione, con una responsabilità. 

Questa foto è stata fatta in un contesto diverso. Fotografavo Luca, il compagno di Paola. E c'era Nico che mi faceva da assistente. Un assistente di 5 anni è roba forte. Vede cose che a te possono sfuggire, da una prospettiva che hai dimenticato e che invece va ripresa, come tutte le prospettive. Luca sarebbe diventato un libro per il suo compleanno, e ne era inconsapevole. A Luca voglio bene, e nelle foto si vede pure (non c'entra nulla ma lo lascio scritto. Anzi, c'entra pure).

Come spesso accade quando fotografi, trovi dell'altro rispetto al concetto principale. Succede che giocando Nico prende la GrIII, Paola lo vuole fotografare mentre lui anche vuole fotografarla, e io fotografo entrambi. Bum. Foto di una scelta precisa di circa 66 mesi fa. 

Una foto come una vita si può sindacare. Deridere. Giudicare. Sbeffeggiare. Leggerne le sfumature o affossarla. Discutere di luce e messa a fuoco. Constatarne le ombre e il contrasto. Era meglio a colori o va bene cosi.  

beh, c'è un fatto. Che se non avessimo preso quella decisione infausta, derisa, con gli sguardi di chi la sa lunga, che le cose si fanno per bene, non esisterebbe sta famiglia allargata, meravigliosa e soprattutto vera. Non nascondere nulla è una scelta molto precisa. Per parlare contemporaneo, il profilo aperto, con nome e cognome, è una assunzione di responsabilità. Il resto è solo e sempre un compromesso. I compromessi hanno spesso spiegazioni. Ma restano tali, con belle spiegazioni. 

E allora ben vengano i giudizi dei "normali", che normalmente si nascondono, normalmente mentono, e normalmente si compromettono.

( Appunto per Nico. Il difetto di vivere come abbiamo scelto, è quello che dichiarandoti useranno le informazioni che regali loro. Fregatene, disarmali. Il non detto emerge sempre. Se non nelle parole, nella mediocrità che vedrai nelle loro vite. E credimi, la mediocrità si vede sempre. )

C'è alternativa alle scelte? Certo. Lasciar scegliere gli altri, nascondere le scelte ( che poi si tende a nascondere gli sbagli, sempre colpa altrui peraltro), moltiplicare le scelte per confondere le acque, dividere le scelte, essere una scelta. 

Invece scegliere parte da un presupposto semplice. In una determinata situazione, in un determinato  tempo, sapere cosa vuoi. E spesso non è semplice come il presupposto. E allora hai una sola possibilità. Aspettare. E soprattutto, non fare nulla.  

E poi scegliere e allora onori ed oneri sono tuoi.

Esistono alternative? Si, I compromessi. Solo che devi usare una dose di energia vitale importante a costruirci attorno delle spiegazioni plausibili ai piu’. Poi la parte peggiore, costruire spiegazioni plausibili per te. E perdere pezzi comunque, perché prima o poi i pezzi li perdi. 

Allora non è meglio decidere che certi pezzi non ti interessano? E decidere quali tenere?

Nella foto uguale. Scegli sempre cosa c’è e cosa non c’è. (Vedi il rotolo di carta igienica). 

Buon compleanno Paola. Siamo chi siamo. E non possono mostrarlo in tanti. 

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