Shelter from the storm? (B.Dylan)


 

La questione è sempre quella del maledetto bicchiere, mezzo vuoto o mezzo pieno. Perchè deve essere sempre così?

Cosa ci vedi nella foto? Il sole che forza le nuvole oppure una tromba d'aria che si avvicina? Il mare nero o le boe che ti fanno capire che sei sotto riva? Le nuvole che diventano bianche o stanno diventando nere?

Il sole in alto a sinistra o la pioggia in basso a destra? 

Cosa ti conforta o ti sconforta?

Ti trovi nel posto giusto o nel posto sbagliato? 

Una foto, in fondo, non è solo quello che è. Una foto è da che parte la prendi, cosa vuoi vedere e far vedere, la tua opinione, il tuo modo di intercettare. 

Cosa ti appartiene e cosa ti coincide. O cosa non ti coincide, non ti appartiene, quindi ti appartiene anche il suo contrario.

Un gioco di colori bluastri e freddi, con un capolino di bianco caldo. 

Tutto parte sempre da una domanda. O dovrebbe. È sempre meno succede. Siamo in un flusso, si fanno cose e si vedeggente. Perché? Boh. Se uno se lo chiedesse farebbe meno cose con più senso e vedrebbe menoggente ma più affine. Affine alla propria vita, con i propri intenti. Perché gli intenti servono. Altrimenti vai a cazzo. E a cazzo non vai da nessuna parte. 

Gli intenti puoi cambiarli, ma non puoi evitarli. O puoi, ma come si diceva vai a cazzo. 

Mi sono fermato e c’era la tromba d’aria. Con un 28 mm da lontano mica la centri. C’era nube, sole, mare, boe, navi. Perfetto contrasto di eventi e vite. E con un 28 mm lo centri. Io, un intento, contrasti, vite di altri, sulle navi. L’intento. Più contrasti possibili. Non più la tromba d’aria, l’intento che cambia. Ma un intento c’è.

Le domande non sono mai belle o brutte, dure o morbide. Sono solo domande. Le risposte sono un problema. Perché se te le dai possono essere di due tipi. La tua opinione, il tuo punto di vista, l’azione che hai compiuto narrata. Oppure possono essere giustificative, già elaborate per portare dove vuoi arrivare. C’è pure un intento, ma la destinazione è l’obiettivo di non smuoverti. Mi spiego. Se ti rispondi e rispondi per edulcorare un fatto, l’obiettivo non è far conoscere te stesso ma edulcorare un fatto. Semplice. Giustifichi un azione per ripeterla. 

Invece le risposte dovrebbero essere un passo in avanti. 

Mi sono mai chiesto cosa penso e come mi vedo con una tromba d’aria? L’ho fatto in quel momento.

Quindi, al titolo. C’è un riparo alla tempesta, e alle domande? 

Credo di no. Con un ombrello o una giustificazione ti bagni meno, di sicuro. Ma un po’ ti bagni. Se ti ripari sotto una pergola o nel silenzio invece scappi. Dipende sempre e solo dall’intento. 

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Commenti

  1. La fotografia è Arte (i selfie sono autocelebrativi) e come tale è etica!
    L'artista,mosso da sentimenti,paure,dubbi,domande ,in un clic esprime il suo messaggio.E noi uomini,di fronte ai casi della vita siamo liberi?Ci poniamo domande?Scegliamo i passi da fare?

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    1. Io torno sempre sulla consapevolezza. Se non vuoi darti una risposta basta non farti la domanda. Ma quando qualcuno te la pone, come la metti? Di fronte ad un oggetto, un paesaggio o una persona, cosa vedi?

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  2. Ci sono tempeste in cui "devi entrare"...e devi stare dentro e bagnarti
    Ci sono tempeste che ti cambiano per sempre.
    Ed altre che non ti cambiano un cazzo.
    Resti tu immutato con le tue domande e le risposte di sempre.
    Poi ci sono tempeste che cambiano il tuo punto di vista...lo capovolgono. Ti rendono consapevole. Un attimo e tutto cambia.Non sei più lo stesso. Prendere o lasciare.
    Tornare indietro non si può. E quelle risposte...quelle delle domande di sempre hanno nuovi significati.
    Nuove prospettive.
    Sei nuovo tu.
    Prendere o lasciare.
    Che sia un figlio...un nuovo amore o un cancro.
    Le tempeste fanno bene. Ci riportano a noi.
    ( Ho scritto "noi" non a caso..)

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    1. Sono d'accordo. In alcune tempeste ci devi entrare. O ti ci buttano. O ti ci trovi. E devi bagnarti, non hai alternative. Puoi solo prendere che a lasciare ci hai già provato e non fa per te. Sei nuovo tu, o sei la parte che non conoscevi di te stesso. In fondo si cambia sempre. Fotografi due tempeste, o tre, e saranno le stesse foto oppure foto completamente diverse. Fotografi sempre te stesso, se ti lasci essere. Noi, non a caso

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  3. Efrem:il ritratto è un autoritratto(fotografia o ritratto).
    Buona giornata. !

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    1. E chi se lo scorda, e quanto manca pure. Che uno lo voglia o meno, fotografi te stesso

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