Lustro.


 Lustro 3. s. m., fig., letter. Merito che rende illustre e onorato; nobiltà, prestigio, decoro. Anche, la persona o la cosa che costituisce vanto e decoro: fu il l. della sua famiglia. ( Treccani)

 Lustro2 s. m. [dal lat. lustrum, forse propr. «illustrazione» e quindi identico al *lustrum da cui deriva lustrare «rischiarare»; v. lustrare1], letter. – Spazio di cinque anni, quinquennio. ( Treccani)

1826 giorni esatti, da quel giorno. 

Una precisa scelta. Mi ricordo ancora gli sguardi dei due incoscenti, non adolescenti, che hanno detto "facciamo un bambino". L'età dell'incoscenza finita da un bel po', ma senza la quale non si fa nulla. L'ingenuità, forse, ci siuterà a trovare il bandolo della matassa. Così diceva Efrem. 

Così abbiamo fatto. In una sorta di famiglia strana, "allargata" si dice oggi. Ma allargata non lo è. Semplicemente una famiglia. Vera. Senza compromessi. Senza alcuna via di scampo.

Sei stato una scelta precisa. Deciso e nato. "Lo facciamo", e dopo un mese iniziavi a crescere la pancia della mamma. Potevi, e dovevi, essere solo tu. Nico come Domenico, nonno che non hai conosciuto. Giovanni come il bis-nonno, che nemmeno hai conosciuto. E come papà hai me, che somiglio loro a singoli tratti. Hai poca eredità, ed è un bene. Ma hai tanta storia, che è e sarà la tua. Poco pregiudizio, poco fardello. O almeno farò in modo sia così. Uno zaino vuoto, che riempierai tu. 

Ci hai dato la possibiltà di migliorarci. Credimi, non ne hai molte dopo una certa età. Dopo i 30, 35 anni, cerchi la sicurezza. Il conformismo. Lo cerca e lo insegue anche chi lo nega. 

Ci hai dato la possibilità di rivedere tutto, dal tuo punto di vista. Le tue domande, potenti nella loro semplicità. 

Ti fotografo spesso da dietro le spalle, alla tua altezza. Mi interessa sapere cosa vedi, come lo vedi. Quando ti incanti. 

A volte la malinconia, come la mia. Con quella ci nasci, mi sa. Ma non è un male, assieme all'incanto. Ti consente di non restare deluso più di tanto. 

1826 giorni di meraviglia. Di novità. Di attesa arrivi il "tra due, tra cinque, tra dieci" che ci vediamo. 

Le lacrime a volte di quando vai. I miei tentativi. Gli errori, pure. Il tuo passo, un po' sulle punte che sembra essere leggero, a volte emozionato. Curioso. 

Il tuo dare un senso quando cerco un senso talmente dentro che fa male. Che mi ci perdo. E un senso non lo trovo. Poi il senso sei tu. Oltre a ciò non mi serve altro. 

Il pensiero che posso invecchiare vedendoti crescere, aiutandoti per come posso. E tu che mi aiuti senza nemmeno saperlo.  

Il pensiero di essere immortale perchè ci sei tu. 

Il pensiero di aver fatto la parte migliore. Aver deciso di avere un figlio. Che credimi, e non lo so spiegare, non potevi che essere tu.

Il per sempre, esiste. Il per sempre sei tu. Per il resto, sto a posto così.

 

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