Delle ipocrisie. parte 1


 


 ipocriṡìa (ant. ipocreṡìa e pocriṡìa) s. f. [dal gr. ὑποκρισίη, forma rara per ὑπόκρισις «simulazione», der. di ὑποκρίνω «separare, distinguere», e nel medio ὑποκρίνομαι «sostenere una parte, recitare, fingere»]. – Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole: non è umiltà genuina, è i.; nascondere qualcosa sotto la maschera, sotto il manto dell’i.; Onde nel cerchio secondo s’annida Ipocresia, lusinghe ... (Dante). In senso concreto, atto o detto da ipocrita; comportamento ipocrita: talora le convenzioni sociali sono vere i.; tra noi certe i. sarebbero fuori luogo.( fonte Treccani.it)

Evitare le ipocrisie limitando le proprie necessarie menzogne è uno dei compiti più ardui che una persona possa affrontare. Ma credo sia necessario per non affogare nel consenso. O meglio, il consenso fattuale è sano, il consenso che deriva dalle azioni che compi nella vita. Il consenso che deriva dal fatto che i tuoi passi si vedono, si sentono. Ci sono tre elementi che caratterizzano il tuo movimento efficace. La denigrazione nel breve periodo, l'osteggio nel medio periodo, il tentativo di infilarti la lingua nel c&$% nel lungo periodo. "Saltare sul carro del vincitore", in modo più elegante. 

Il consenso invece controfattuale deriva da una serie di convenzioni sociali per le quali più sei allineato alla miseria comune più puoi stare al calduccio all'interno di una declinazione della scala di Bristol. " Se non fosse successo che...se lui non avesse..". Io starei  sul chi se ne frega, tanto non è successo. 

E consiglierei di concentrarsi su ciò che succede, e su quale passo fare. Che, ancor peggio per i controfattualisti, deve riguardare se stessi e non gli altri. " Adesso gliela faccio pagare..", non serve a nulla. Perdi tempo a compiere azioni che forse, e solo forse e nella tua mente, danneggeranno un qualcuno che probabilmente se ne frega e va avanti. Mentre tu sei fermo sul posto. 

Insomma, controfattualista, sei schiavo di una tua stessa ipocrisia. Pensare che a qualcuno interesserà qualcosa. Ti daranno ragione, ti diranno "l'avrei fatto anch'io, hai fatto bene", mentre si faranno avanti gli affari loro. 

L'ipocrisia di fondo risiede nel fatto che ci si dimentica di una parte di vita a favore di quel pezzetto che fai vedere. I peggiori, le vittime delle loro stesse non-azioni. I mediani, i conservatori di convenzioni sociali che non sanno spiegare se non con concetti tipo "tradizioni". I più miseri, quelli della "famiglia" con cui si riempiono la bocca quando il discorso non è più gestibile. Parliamone dico io, la famiglia è una cosa molto importante. Ognuno a modo suo deve provare a costruirne una. A modo suo, mi raccomando che il trucco è tutto qua. 

Quindi, a scanso di ipocrisia, qual'è il tuo modo? 

Scrivilo, senza ipocrisia. E' un modo come un altro per iniziare. 

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