Qualche piccola cosa che ho imparato - Le prime 20 cose


 

          1.    Sei ciò che fai. La tua passione non è una scelta a priori, la scopri facendo. Non pensandoci.

2.    Sei solo chi sei, al limite chi vorresti diventare ma muovi da chi sei oggi. E per complicare le cose di solito racconti di te come di un "chi vorresti essere".

3.    Puoi solo accettare che chi hai di fronte è solo chi è e lo vedi da ciò che fa. Puoi però non occupartene, anche fregartene. Ma non provare a cambiarlo/a, non sarebbe giusto. Oltre a tutto sarebbe inutile, soprattutto se lo facesse per te.

4.    Pretendi di essere ascoltato, quindi usa le parole nel miglior modo possibile, dando loro un peso specifico. Se chi ti ascolta non ti capisce, probabilmente non ti sta ascoltando veramente. Se usi le parole in modo preciso, non ci sarà nulla da capire. Quindi non ti capiranno perchè ciò che sentono non piacerà. 

5.    Sei "da dove arrivi", ma sei anche "dove vuoi andare". Quindi "dove sei oggi" è solo una sosta nel tuo lungo viaggio.

6.    Se ti lamenti per più di un mese della stessa cosa ci sono due valutazioni da fare. O non stai facendo nulla per cambiare o le tue azioni non hanno efficacia. In entrambi i casi stai solamente disperdendo energia per altre cose. Lascia perdere, il fallimento fa parte del processo. "hai fatto ciò che potevi e fino a quando ritenevi di farlo"? fanculo le lamentele e rivolgi le tue forze altrove. 

7.    Se il tempo che dedichi ad una cosa che ti piace ti fa pagare le bollette e riempire il frigo si chiama lavoro. E dovresti provare a farlo con una passione tale che le ore trascorse le reputerai sempre poche. Il resto, se ti crea fatica più di quanto ti crei piacere, allora si che è un problema. Perchè diventa un lavoro con cui nemmeno riempi il frigo. 

8.    Scatole. Ti ci proveranno a mettere dentro. Fa comodo e soprattutto non diventi lo specchio di chi nelle scatole ti vuole. Le chiameranno con nomi importanti, famiglia, sistema, matrimonio. In verità il nome non conta, il problema sono le regole delle scatole. Già, ci sono delle regole. E non ne hai scritta tu nemmeno una. Ecco, scrivi le tue regole. E di conseguenza i nomi sopracitati non saranno più scatole. Magico no?

9.    Scrivi ma scrivi poco. Stringhe, appunti. In troppe parole ti metti i tranelli da solo. ad es. Come dev'essere la tua donna? La domanda è sbagliata. 

Riformulo. Quali requisiti minimi non puo' non avere la donna della tua vita? I minimi, quelli senza i quali non vai oltre il primo appuntamento.  Indipendente, solare, profonda. Tipo.

10.   Non puoi pensare di fare del bene pur volendolo fare a tutti. C'è una necessaria reciprocità che serve. Il tuo modo deve incastrarsi con l'altro. L'altro è fondamentale, donna o uomo che sia. Deve comprendere la tua precisa etica, la tua possibilità e i tuoi confini. "Fare del bene" non è universale, è un atto elitario. Non puoi farlo con tutti quindi devi scegliere con chi farlo. Le sue declinazioni invece sono infinite, e allora scelto il CHI, il resto è solo un piacere. A volte faticoso, ma un piacere. 

p.s. le regole dell'inclusività grammaticale con  asterischi, slash vari e tutte le vocali a seguire per includere generi vari e tutti nobili hanno rotto le palle già alla nascita. Se uno/a/e/i/o/u e asteriscati/a/e/i/o/u si sentono esclusi/a/e/i/o/u te ne puoi fare una ragione. Se il problema è questo allora non c'è alcun problema. 

11.    La tua responsabilità deve finire con l'inizio della responsabilità altrui. Se non sono disposti a prendersela commetti un errore a esporti con la tua. La misura è fondamentale. Esponiti nella misura in cui chi hai di fronte lo fa. 

12.    Estrai per primo, direi, ma aspetta a sparare il colpo. Appena vedi il dito sul grilletto, allora fai fuoco. 

13.    La foto di copertina. Volenti o nolenti è quella roba li. Ma dove sei oggi e dove vai sceglilo da te e continua a farlo. Ti indicheranno una strada, a volte in buona fede a volte no. La strada che sceglierai però sono affari tuoi. E se imboccherai la strada scelta da altri, fattene una ragione, hai fatto un errore. Ma puoi sempre cambiare strada. Se ancora una volta non lo farai, mi spiace. Rischi un giorno di chiederti "era tutto qui?". Puoi scegliere solo tu dove vivere. ( Il disegno è di Euro Piuca, il concetto è di Jung, l'elaborazione fotografica è mia).

14.    Ti verrà detto che in due bisogna modulare il passo. Puoi anche aspettare di trovare una persona con il tuo passo per definire di essere in due. Due è una conseguenza, non un punto di partenza. Due diventi, non lo decidi a priori. 

15.    Quando scatti sei solo, ho scritto spesso riguardo la fotografia. E per me fare fotografie è un escamotage che rimanda alla vita. Fotografi te stesso, ciò che ti riguarda. Quindi, vivo ciò che mi riguarda. Ci provo. C'è sempre un corollario, ma devi impararare a limitare l'inquadratura a ciò che ti interessa, con un occhio mezzo aperto fuori obiettivo per non perdere il controllo di ciò che può succedere "fuori focus". Ad oggi, con riserva di revisioni future, scriverei un "pensa macro e ingegnerizza il micro".

16.    Leggi molto, più che puoi. Paolo Borzacchiello scrive che possiamo vivere un mondo che sappiamo descrivere a parole. "Le parole che usi dicono da dove vieni, le parole che scegli dicono dove vuoi andare" (P.Borzacchiello). Quindi le parole dobbiamo conoscerle per bene. Tante, più possibile, e con il loro peso specifico. 

17.    Penso che l'unico modo di uscire dalla ruota del criceto è definire il tuo sogno. Che a una certa età non è proiettato nel futuro, ma è ciò che fai di prevalente durante la giornata e magari ti viene bene. Perchè se non ti venisse bene, la domanda è un'altra. Perchè? Perchè non ti viene bene o perchè lo fai o perchè continui a farlo allo stesso modo. Invece facciamo che ti viene bene. Quello è il tuo sogno, il tuo talento. Io nei miei sogni ad occhi aperti sogno di essere su di un palco a suonare la chitarra. Rock o metal. Ma nei miei sogni spesso sono vestito come realmente in quel momento sono vestito. Quindi mi sento bene, scelgo il mio modo di vestire, scelgo i miei capelli, gli occhiali, pure l'orologio. Ma mi vedo su di un palco. Due volte nella vita ho provato a suonare la chitarra, con risultati pessimi per il tempo che NON impiegavo ad imparare. Pigro cronico? Direi di no, semplicemente per 14/16 ore al giorno ho fatto altro. Che mi ha portato ad essere dove sono e ad impiegare il tempo come lo impiego. Ah si, diffida dell'espressione "passatempo". 

18.    Metti il cuore in quello che fai. Qualunque cosa fai. Se non lo metti non funzionerà. Accetta pure di soffrire, ma che non diventi una missione il soffrire. Impara che qualcosa di non sano va anche abbandonato, lasciato andare. "Perchè bisogna fare così con il veleno. Smettere, completamente. E aspettare che passi" (Barbara Cannizzaro). 

19.     Fai succedere le cose. Sennò succederanno comunque ma tu ne sarai spettatore, e magari manco ti apparterranno tanto. Fai succedere i sogni. Fai succedere pure i fallimenti. Ma fai succedere.

20.   Infine. Assumiti rischi, e le conseguenti responsabilità. Puoi non avere colpa di ciò che ti succede. Ma di certo ne hai la responsabilità nella risposta


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