Quando basta?

E' una domanda che tutti dovremmo farci ogni tanto. 

Per me rappresenta un momento di riflessione profonda, cercando una risposta ad una domanda che ho letto da qualche parte. Si apre un sottosistema di domande. Intanto, basta cosa? Questa è la risposta più fastidiosa da darsi, visto che per quanto mi riguarda ho fatto pace con una serie di oggetti che rappresentano una mera rappresentazione sociale. Detraggo il lusso? Ma nemmeno per idea, un certo oggetto risulta bellissimo rispetto ad altri che comunque accumuliamo ma non valgono nulla. La raccolta seriale di oggetti è altra questione. Diciamo che con questa parte un pò di pace l'ho fatta. 

quindi, basta cosa? La mia naturale predisposizione sta nell'avanzare verso altro, consolidato un tassello ne cerco e aggiungo un altro. Per la costruzione e la crescita, che passa necessariamente attraverso la forzatura dei limiti. 

Scopro però che questa forzatura costa. So usare le parole giuste, so creare energia anche positiva, propulsiva. So crearmela da me, e so pure crearla per gli altri. Ma scopro pure che l'energia a volte ha bisogno di riposo. Sennò in qualche modo ti consuma. 

Una delle chiavi di lettura sono le persone che hai attorno. Ecco un "basta". Deve bastare in funzione delle loro energie. E purtroppo pure della loro visione a volte. Puoi fare cambiare idea, ammaliare, manipolare in senso buono e positivo. Ma basterà un nonnulla che tutto tornerà al punto di partenza. Perchè l'immobilismo fa parte della normale natura umana. La scelta c'è sempre, come spesso ho scritto. Cambiare le persone che ti circondano, oppure adattartici. E quindi attuare un compromesso. 

Cambiare chi ti sta di fronte dovrebbe essere sempre vietato dall'etica, ma appena intravedo delle possibilità, delle potenzialità, scatta in me un istinto di forzare questo "upgrade". Ma è una cazzata, in verità non puoi cambiare nessuno e di conseguenza credo che a volte le potenzialità le vedo attraverso il mio esclusivo punto di vista. O altrimenti, le potenzialità ci sono ma questo qualcuno ha legittimamente deciso di fregarsene. 

Divago, come sempre. Quindi, torno al punto. "Basta" nella misura in cui le energie messe sono di gran lunga superiori alla risposta che ricevi. Senza colpe, prendiamola come un dato di fatto. E probabilmente, a proposito delle mie di energie, forse sono pure quelle sbagliate. Il "-" vince sempre sul "+". Al grido del "sono realista", quando basterebbe ammettere che la realtà è solo quella che credi e che asseconda il tuo naturale essere.

"Quando basta" con le vie di fuga? Le famose "passioni". Quelle che dovrebbero rendere la tua vita sensata, se non meravigliosa ( ma forse solo se hai 20 anni). Poi scopri che le vie di fuga sono appunto, "vie di fuga". Ma non scappi da te stesso, mai.

Ecco quando basta. Quando riesci a dire basta. Quando riesci ad arrenderti a te stesso e al mondo che ti circonda. Quando ti reputi "sconfitto" e speri che al dire basta ci sia un minimo di consolazione. Quando ti accontenti anche se sai che qualcun altro arriverà dove tu non sei riuscito. Quando ti impegni a vedere del buono nel posto dove sei. Quando ti rassegni pure, senza l'ansia della resa. 

Nella foto di qualche anno fa, Nico impara a "scappare" dal lettino. E ciò che ho imparato io è lasciarlo fare, senza correre da lui a soccorrere la sua naturale esplorazione del mondo. Senza fargli percepire la mia paura, la mia protezione nei suoi confronti che diventa inutile quando protegge me e non lui. Quando lo salvi e lo inizi a condannare ( cit. modificata da "Per sempre", Ligabue). 

La fotografia serve anche a questo, a ricordarti chi sei. E soprattutto quando lo sei diventato. Quando hai iniziato. Per poi provare a capire "quando basta".  

Se non ti dici che basta, non basterà mai. C'è bisogno di sentire quali sono le cose belle, e in qualche modo tenersele strette. Sennò non basterà mai. Guarda ciò che ti circonda, e scegli, all'inizio, un elemento per tipo. Un paio di scarpe, un jeans, un orologio. Un libro, una penna, un taccuino. Una cena, un bicchiere di vino, un film.

Parti da uno. Il resto è un di più, ma ricordati quell'uno. E rivedilo ogni tanto. Crea la playlist. 

Fallo subito, rifai il punto. 

Ricordati chi sei. 

E scoprirai quando basta.  



 

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Commenti

  1. Riparti da uno. Anche da una persona. Rivedila. Guarda che effetto ti fa. Non per tornare a un passato. Ma per capire cosa sarà il tuo presente. A volte come dici tu. Bisogna forzarsi. Scavallare come fa Nico. Bisogna provarci. Mollare la paura e fare il salto. Dall' altra parte ci sarà sempre qlc che ti tiene. La fotografia ci mette difronte la nostra essenzialità. Il nostro mondo.
    La fotografia ci rammenta chi siamo e ci riflette con onestà meglio di uno specchio.
    Salta...salta Lorenzo.
    Troverai qualcuno che dall' altro lato ti aspetta per vedere il salto.

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